Una volta tanto vado controcorrente: a Verona Marotta ha commesso un errore.
Non solo lui, certo. Come spiega bene Davide Terruzzi questa mattina (link) c’è una sostanziale differenza fra la sospensione di Lazio-Napoli e il lassismo di Verona-Juventus: l’intervento (o meno) dell’arbitro, l’unico che in campo può disporre la sospensione temporanea del gioco.
Sbagliato quindi l’indirizzo delle invettive. Per fare un esempio, è come se mi arrabbiassi con gli ausiliari del traffico, rei di non essere andati a chiamare la polizia mentre qualcuno insultava un mio parente. Gli emissari della Procura Federale hanno infatti il mero compito di notai: devono annotare qualunque cosa accada all’interno dello stadio e degli spogliatoi che possa violare le norme del Codice di Giustizia Sportiva. Nulla più. Non è compito loro avvisare l’arbitro, compete al quarto ufficiale (o IV uomo) eventualmente su indicazione del Responsabile per la Sicurezza (di solito un uomo della Questura), che è invece l’unico che può indicare all’arbitro di sospendere in maniera definitiva l’incontro.
Il punto importante è un altro: possibile però che nessuno fra i 6 arbitri e gli uomini della Questura abbia sentito nulla? Nel comunicato Tosel parla di cori in ben 15 zone specifiche della partita (5 nel 1° e 10 nel 2° tempo), impossibile quindi non sentirli. Nessuno di loro ha però voluto prendersi la briga di una decisione così importante.
Marotta e gli altri dirigenti a mio avviso avrebbero dovuto agire in una maniera diversa e soprattutto più diretta e incisiva.
Tenendo conto che per regolamento un dirigente non possa avvicinare la squadra arbitrale nell’intervallo, sarebbero bastati pochi semplici gesti:
- Andare negli spogliatoi della propria squadra nell’intervallo (quello non è vietato) e invitare Cuadrado e gli altri a far presente in modo plateale all’arbitro la persistenza di questi cori
- Sincerarsi in modo diretto ma educato che gli emissari della Procura Federale stessero segnando i cori
- Contattare il Responsabile per la Sicurezza e far presente la situazione
Nel caso poi, come accaduto, non vi fosse stato alcun intervento avrebbe dovuto scattare l’offensiva mediatica: denuncia in diretta TV e conferenza stampa, con contemporanea pubblicazione di una nota sul sito della Società più o meno come questa.
Nota della Società
La Juventus Football Club si ritiene profondamente indignata per il mancato intervento, da parte di chi ne era preposto, a tutela del giocatore Juan Cuadrado vittima di cori di stampo razzista per tutta la durata dell’incontro. La Juventus Football Club, da sempre impegnata nella lotta contro la piaga del razzismo si schiera a fianco delle suo giocatore e ritiene che la battaglia debba essere perseguita da Federazione, arbitri, autorità preposte e media in modo più costante e efficiente per ottenere maggiore credibilità e forza. Se non si agisce con fermezza si correr il rischio di fare figli e figliastri con conseguente perdita di credibilità.
Ci auguriamo che da oggi in poi vi sia maggiore fermezza da parte di tutti a tutela di tutte le persone ancor prima che degli uomini di sport.
I tifosi chiedono spesso alla società di intervenire per tutelarsi, giusto però farlo nel modo più efficace, altrimenti si rischia di fare la figura del cornuto e mazziato.